"La donna fantasma" di Robert Siodmak - Noir da collezione

 

La donna fantasma


"La donna fantasma", vigoroso noir degli anni Quaranta (precisamente 1944) diretto da Robert Siodmak (che si ispirava all'espressionismo tedesco). 

Robert Siodmak, regista di pellicole che fanno venir l'acquolina in bocca agli amanti dei film d'epoca; cito in particolare: "La scala a chiocciola " (1945), "I gangsters" (1946) con Burt Lancaster, "Lo specchio scuro" (1946), interpretato da Olivia de Havilland (l'indimenticabile Melania di "Via col Vento").

Se avete voglia di certe atmosfere cupe, che la vecchia Hollywood sapeva rappresentare come nessun altro (con eleganza e amore della sintesi), non potete assolutamente privarvi di questo gioiellino tratto dal romanzo omonimo di Cornell Woolrich (da un suo racconto Hitchcock trasse "La finestra sul cortile"), Woolrich che però firmò l'opera con uno pseudonimo: William Irish

Il cast de "La donna fantasma" è elettrizzante, una compagnia d'attori eccellenti a cominciare da Franchot Tone, attore di formazione teatrale (curiosità: è stato marito di Joan Crawford). 

Tone in questo film ha un peso determinante. Entra in scena quando il filo della trama è già parecchio avvolto eppure la sua presenza lascia un segno profondo: è sconvolgente mentre gesticola. Inquietante in un monologo sulla funzione delle mani. 

La donna fantasma
Tone sa come si sta davanti alla macchina da presa. Stesso discorso va fatto per Ella Raines, la protagonista femminile, colei che al fianco del personaggio interpretato da Tone, si attiverà per scoprire l'autore del delitto da cui prende le mosse tutta la storia. Raines interpreta Carol, una segretaria innamorata di un ingegnere trentenne di nome 
Scott Henderson (Alan Curtis). Henderson è il capo di Carol. Finirà in prigione, Henderson, accusato dell'omicidio della moglie. E Carol s'improvviserà detective per acciuffare il vero assassino. Ad aiutarla nelle indagini sarà un tale Jack Marlow (Franchot Tone) che è un amico di Henderson. 

Ella Raines è molto brava e dà prova di sapersi muovere su più registri, quando in una scena si trasforma in una ragazza piccante in cerca di facili avventure: aggancia un batterista jazz che la condurrà prima in una cantina (dove una session sarà metafora dell'atto sessuale) e poi a casa sua, una stamberga, teatro di un epilogo dark. Ma andiamo per ordine. E veniamo alla trama.

La donna fantasma, film
La donna fantasma del titolo è una misteriosa signora che indossa un vistoso cappello (oggetto chiave della vicenda), nessuno sa chi sia questa elegante e tenebrosa lady. Eppure ha passato una serata con Henderson. Lui l'ha conosciuta in un bar, una sera. Entrambi soli. Entrambi malinconici, con un peso sul cuore. Brutti pensieri da spazzare via. Henderson senza troppe cerimonie, mettendo in fila un paio di frasi giuste, riesce a portarla a teatro. Lei, malgrado la tristezza che la divora, accetta e mette in chiaro: niente nome, né indirizzo. Di sé non vuol rivelare nulla. Al ritorno, però, Henderson, troverà a casa la polizia. La moglie, infatti, è stata strangolata con una cravatta. 

Henderson ha sì un alibi di ferro perché ha passato la sera con la lady del bar ma gli sarà impossibile dimostrarlo: nessuno confermerà di averlo visto in dolce compagnia. E così finirà dietro le sbarre. Ma, appunto, sarà Carol a tirarlo fuori dai guai. 

Siodmak è un regista di formazione teatrale che sa valorizzare gli attori e qui si vede bene: le scenografie (essenziali, abrasive), la recitazione, riportano alla mente le tavole del palcoscenico e gli interpreti risultano impeccabili, sia quelli in vista che i comprimari. Memorabili diversi momenti, uno su tutti: Carol che insegue il barista nel cuore della notte dopo averlo fissato per ore seduta al banco del bar. 

Non perdete "La donna fantasma", se amate i noir.

©micolgraziano



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