"La romana" (1954) di Luigi Zampa - Con una super Lollo

 

Gina Lollobrigida

LA ROMANA
sesso, denaro, arrivismo e una Roma cupa 

Tratto dal romanzo omonimo di Alberto Moravia. Protagonista di questo melodramma (ancora oggi gradevole da guardare) una straordinaria Gina Lollobrigida, nel ruolo della conturbante Adriana che dopo una delusione amorosa si dà alla prostituzione. Nel cast Franco Fabrizi nella parte di un seduttore senza scrupoli. Da segnalare Pina Piovani fantastica nei panni della madre di Adriana. Zampa inserisce alcune scene alla Hitchcock. Memorabile la figura del malvivente Sonzogno, impersonato dal pugile Renato Tontini. La sceneggiatura è stata scritta da Moravia e Zampa insieme a Giorgio Bassani ed Ennio Flaiano. 

Roma, Piazza del Popolo. Anni Trenta. La diciannovenne Adriana (stesso nome della protagonista di "Io la conoscevo bene"), trotta, passo svelto, con la madre. Direzione: Via Margutta, la strada degli artisti. Sì, perché la mamma, sarta popolana, ha progetti grandiosi per la sua piccolina. Prima cosa: uscire dalla miseria. Secondo: che la giovane diventi modella. Infatti la sta portando a posare nuda da un pittore lì a Margutta. Adriana non ne ha tanta voglia, ma la madre, pratica com'è, le fa cambiare, svelta, prospettiva: che male c’è? Nessuno ti guarda. Ci sono abituati quelli a veder ragazze nude. Non ci fanno caso nemmeno. Adriana, messi da parte i rossori da educanda, piano piano, ci prende gusto. 

Gina Lollobrigida
Chi conosce “La bella estate” (1949) di Cesare Pavese, non può non pensare a Ginia e Amelia che, anche loro, si fanno ritrarre senza veli. Una lo fa per mestiere, l'altra per curiosità ed emulazione. Adriana, nel giro degli artisti, conosce una tale Gisella, una mantenuta, che le presenta un pezzo grosso della Roma fascista. Adriana, intanto, intreccia una relazione con un certo Gino (l'insuperabile Franco Fabrizi), belloccio e autista presso una famiglia di miliardari. La madre di Adriana non approva il fidanzamento di Adriana e Gino e lo dice chiaro e tondo a tutti e due, a muso duro: non vuole che la figlia faccia la serva a un morto di fame. Secondo Gino, infatti, Adriana non dovrebbe posare bensì sposarsi, stare a casa e occuparsi dei figli e del marito. I dialoghi de "La romana" sono tuttora gustosissimi e spregiudicati. Scritti a meraviglia e non poteva che essere così: il copione è frutto del lavoro di scrittori del calibro di Moravia, Bassani, Flaiano. Gino si rivelerà una mela marcia. Frequenta pessimi giri e inoltre è già sposato e con prole. Adriana, dopo la batosta con Gino, inizierà a concedersi a questo e quello, in cambio di denaro. Si prostituirà anche a casa, col benestare della madre. Un giorno incontrerà Mino, uno studente antifascista, impegnato in attività politica. E allora Adriana cercherà di rimettersi in carreggiata, soprattutto dopo varie tragedie che capiteranno. Al solito, i soggetti tratti da Moravia, non sono mai privi di pepe e "La romana" non fa eccezione. Zampa dirige con classe. Le sequenze migliori sono quelle iniziali (il corteggiamento di Gino, il pranzo con Gino, Adriana e la madre, la gita in campagna di Adriana e Gisella) e buone le sequenze finali che strizzano l'occhio al noir americano

"La romana" è disponibile al momento su "Prime Video". 

©micolgraziano 

Commenti

  1. Wonderful Gina Lollobrigida, in Alberto Moravias "La Romana":

    "I felt I was in a sweet and conciliatory frame of mind and, although I knew I had done something forbidden by religion, I felt no remorse and was far nearer a religious state than I was when I had done nothing wrong and had worked my fingers to the bone to eke out a living. I remembered the shudder of bewilder- ment I had experienced a moment earlier while looking at the crowded thoroughfare, and I was comforted by the idea that there was a God who could see clearly into me and saw there was nothing bad, and that the mere fact of being alive rendered me innocent, as all men are, in fact. I knew this God was not there to judge and condemn me, but to justifjf my existence, which could only be good since it depended directly from Him. While I mechanically repeated the words of the prayer I was looking at the altar, where the dark image in a picture dimly visible behind the candle-flames appeared to be the Madonna, and I realised that between the Madonna and myself the question was not whether I should behave in such and such a way, but more essentially whether I should feel encouraged to continue living or not. The encourage- ment I was seeking suddenly seemed to me to be pouring out towards me from the dark figure behind the altar-candles, in the form of a sudden sensation of heat that flooded my whole being. Yes, I was encouraged to go on living, although I knew nothing about life nor why I was alive..."

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