UNA RAGAZZA PIUTTOSTO COMPLICATA
triangoli pericolosi
Thriller psicologico con punte di surreale. Trama ardita e piccante. La sceneggiatura è ispirata al racconto "La marcia indietro" di Alberto Moravia. Il film non è certamente un capolavoro ma si tratta comunque di un prodotto interessante, soprattutto se lo mettiamo a confronto con le pellicole contemporanee sempre poco coraggiose e appiattite sulla commedia di facile presa (a volte neanche divertente). Protagonisti di "Una ragazza piuttosto complicata" sono Catherine Spaak, Jean Sorel (nei panni di un dongiovanni) e una luminosa Florinda Bolkan. In un piccolo e curioso ruolo figura anche Gigi Proietti.
Roma. Il filo si srotola attorno a turbolente triangolazioni: lui, lei, l'altro e lei, lei e l'altro. Al centro due tipi inquieti, superficiali, e stravaganti. All'occorrenza sadici e violenti. Lei si chiama Claudia (Catherine Spaak) è una pittrice libertina, volubile, opportunista, gira con una rivoltella nella borsa; lui (Jean Sorel) un belloccio casanova e altrettanto poco limpido. Ama spiare gli altri e si comporta come un voyeur. Entrambi sono attratti dal pericolo e dalle armi; per loro il male non è che uno scherzo, una banalità. Un qualcosa d'inevitabile con cui bisogna fare i conti e riderci su. Non conoscono morale. Alberto non sopporta la tristezza, la pena, la malattia. Quando suo fratello è in fin di vita lui gira i tacchi e se ne va a caccia di donne. È curioso di conoscere la ragazza del telefono. Ne ha sentito la voce durante un'interferenza come capitava in passato con le vecchie linee. I due s'incontrano e poco dopo finiscono a letto insieme. Claudia si dichiara bugiarda. Non ha freni. La vediamo tentar di sedurre un prete per soldi. Sempre per denaro è diventata l'amante di Greta che, in quanto moglie del defunto padre, le viene anche matrigna. Greta (Florinda Bolkan) è avvenente ma anche ricca e garantisce a Claudia di sguazzare nel lusso. Claudia però, forse per farsi compatire, va raccontando in giro di non sopportarla, dice di essere stata plagiata, quasi costretta a stare insieme a Greta. Ad ogni modo, il legame tra Claudia e Greta è apertissimo ed entrambe si vedono con uomini, senza farne mistero. Claudia porta Alberto a casa di Greta e da quel momento la tragedia sarà inevitabile. Ma Claudia ha anche una relazione fissa con un certo Pietro (Gigi Proietti) un tizio aggressivo avvolto nel mistero.
Il soggetto che dà il via alla sceneggiatura è audace. Benché alcuni episodi siano poco credibili, il film vanta una serie di scene forti e convincenti. Momenti di cinema puro, fumettistico, spinoso e pungente. Indimenticabile la sequenza di Alberto e Claudia che adescano una studentessa per poi umiliarla. Si fingono produttori televisivi in cerca di talenti, la portano in campagna, la incalzano con domande imbarazzanti (un po' alla "Sesso, bugie e videotape"), la fanno cantare, sfilare e spogliare. Infine la deridono e se ne sbarazzano lanciando i suoi libri al vento dall'auto in corsa. Alberto e Claudia si dilettano a ferire, se stessi e gli altri. La brutalità e il sesso sono sempre rappresentati senza calcare la mano. I dialoghi non sono mai banali. La scazzottata finale mostra il volto di Alberto livido e gonfio ma lui, peccatore incallito, si scrolla di dosso, allegro, il dolore, plasmando la realtà a suo piacimento. Cala così il sipario. Da vedere.
"Una ragazza piuttosto complicata" è disponibile su Prime Video
©micolgraziano
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