ALLACCIATE LE CINTURE
melò mediterraneo
Elena e Antonio si sposano. Nascono due figli. Il matrimonio a un certo punto naufraga. Lui salta da una donna all'altra. Farfallone immaturo, irresponsabile. La casa e le beghe varie gravano su di lei. Sarà la malattia improvvisa di Elena (un cancro) a riavvicinarli. Si riaccenderà la fiamma degli anni giovanili. Ardore che si tocca con mano nella scena più provocatoria del film: un amplesso sul letto d'ospedale. I due fanno sesso beatamente. Nel letto accanto, però, c'è un'altra paziente. La donna resta di spalle, finge di dormire, ma si accorge di tutto. Özpetek di solito non gira scene erotiche spinte e iper-realistiche tuttavia questa non passa certo inosservata. La coppia Arca-Smutniak funziona a meraviglia specialmente nella parte iniziale quando i due si lasciano andare nudi su una spiaggia deserta. Bella la fotografia di Gian Filippo Corticelli.
"Allacciate le cinture": il titolo non è granché romantico ma trae origine dalle turbolenze della vita e, quindi, dei rapporti di coppia. Le cose cambiano all’improvviso, bisogna aggrapparsi. Stare in guardia, evitare di cadere o di sbattere la testa. Saper parare i colpi. Qui di colpi ce ne sono eccome: la malattia, i tradimenti (nel matrimonio e in amicizia), la morte (il fratellino di lei scomparso giovanissimo). Özpetek si conferma un autore raffinato e popolare. Ci consegna, ancora una volta, una storia (corale) sincera ed emozionante sullo sfondo di un Salento dal mare cristallino. Fra i brani della colonna sonora: "A mano a mano" di Riccardo Cocciante, nella versione di Rino Gaetano. Da segnalare un'ottima Paola Minaccioni (premiata col Nastro d'argento) in un ruolo che lascia il segno.
"Allacciate le cinture" è al momento disponibile su Netflix
©micolgraziano
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