"Il principe di Roma" (2022) di Edoardo Falcone - Fiaba tra Dickens e Luigi Magni


Marco Giallini

IL PRINCIPE DI ROMA 

Edoardo Falcone, dopo “Io sono Babbo Natale”, torna al realismo magico di buoni sentimenti e riporta in vita un cinema che si rifà a Luigi Magni (“Nell’anno del Signore”) e Mario Monicelli (“Il marchese del Grillo”) attingendo dalla letteratura inglese: “Canto di Natale “ di Charles Dickens. Il risultato è un film gradevole che diverte e commuove. Buono il cast di attori con un Marco Giallini perfettamente in parte. Menzione speciale merita Filippo Timi nei panni di Giordano Bruno.

La Roma dell’Ottocento, la lingua dei sonetti del Belli e le stampe di Bartolomeo Pinelli. Tra sor principi e zì frati, carrozze e vicoli tetri. È una Roma esoterica e cupa. Nottetempo passeggiano le anime dei giustiziati in pubblica piazza. È la Roma della ghigliottina, dei mazzolatori, del boia Mastro Titta. Lungo le strette vie del centro, avvolte dalla nebbia, si aggirano veggenti inquietanti e i fantasmi di Beatrice Cenci, Giordano Bruno, Papa Borgia (interpretato da Giuseppe Battiston). Er sor principe protagonista è un tale Bartolomeo Proietti (Marco Giallini), riccone burbero e taccagno che brama un titolo nobiliare. Per accaparrarselo combina un matrimonio con la figlia di un principe (Sergio Rubini). Scambio di favori: a lui il titolo, al principe il denaro (perché è ridotto sul lastrico). La donzella, comunque, non ci sta: è innamorata di un giovane pianista e considera er sor Bartolomeo brutto e bifolco.

Marco Giallini
Certo Bartolomeo non ha avuto una vita facile: abbandonato in fasce, è cresciuto in orfanotrofio. Ha lottato con unghie e denti per accumulare quattrini, scalciando e "passando sui cadaveri". Ecco perché una notte Dio gli mette tutto davanti agli occhi; ogni singola ripugnante azione compiuta dal sor Bartolomeo. Tre fantasmi gli mostrano il passato, il presente e il futuro e lo invitano a pentirsi, a cambiar rotta se non vuol fare una brutta fine. Il film, che potremmo definire una perfetta fiaba natalizia, ha inoltre il merito di far conoscere a un vasto pubblico luoghi poco noti come la chiesa cinquecentesca di San Giovanni Decollato (nel rione Ripa) dove venivano sepolti i condannati a morte. Edoardo Falcone rivitalizza un cinema ormai raro, riportando alla luce la commedia in costume ambientata nella Roma papalina. Un cinema che egli da ragazzo aveva amato proprio grazie alle opere di Luigi Magni. "Il principe di Roma" merita sicuramente la visione.

©micolgraziano

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