Una baby sitter horror
Non so voi, ma io quando penso a Marilyn Monroe, la vedo sorridente che lancia le scarpe dalla finestra in “Quando la moglie è in vacanza” o che suona l’ukulele nell'orchestrina jazz di “A qualcuno piace caldo”. Eppure c'era anche un’altra Marilyn, tenebrosa e inquietante, drammatica e sinistra come quella del film “La tua bocca brucia”, un piccolo gioiello del 1952, diretto dall'inglese Roy Ward Baker e tratto da un libro di Charlotte Armstrong, dal titolo originale: "Mischief", romanzo breve di suspense e horror che, come è scritto nella sinossi, fa drizzare i capelli.
La sceneggiatura è firmata Daniel Taradash che qualche anno più tardi vinse l'Oscar per "Da qui all'eternità" (ricordate la mitica scena del bacio tra Burt Lancaster e Deborah Kerr?)
"La tua bocca brucia" è un dramma a tinte fosche. Lo spazio e il tempo delineati da contorni precisi: una notte, un hotel di lusso, una camera. L'atmosfera è cupa e lo sguardo obliquo di Marilyn sintetizza bene gli eventi. Un ruolo importante, questo di Nell, che diede a Marilyn la possibilità di mostrare le sue potenzialità drammatiche e le aprì la strada ai successi degli anni seguenti.
Momento memorabile: Marilyn che rovista nei cassetti e nelle valigie, tra i vestiti e i gioielli (non suoi, ovviamente...). Un sorta di rito che la porterà al delirio. È una scena che ricorda il capolavoro di Jean Genet , "Le serve": le due cameriere, Solange e Claire, quando restano sole, si divertono a provare abiti e preziosi della padrona di casa. E anche in quell'occasione l'atmosfera non è delle più rassicuranti...
Una parola sul resto del cast, davvero notevole: Anne Bancroft (ve la ricordate nel film "Il laureato" di Mike Nichols?), qui la Bancroft è giovanissima e al debutto sullo schermo; interpreta una cantante di night. Poi c'è Richard Widmark, nei panni di un seduttore dal cuore d'acciaio che, spiando Marilyn dalla finestra di fronte, ne resterà affascinato e busserà alla sua porta...
"La tua bocca brucia" è un film sicuramente da tenere nella cineteca, se amate Marilyn, il cinema americano in bianco e nero, e i racconti orientati al tetro.
©micolgraziano
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