"House of Gucci" (2021), recensione del film di Ridley Scott

 

Lady Gaga

HOUSE OF GUCCI 

Ridley Scott  nel 2021 ci ha regalato due opere succulente che hanno fatto venire l'acquolina in bocca ai cinefili incalliti. Gustosissimi entrambi, i suoi due film; anche se, personalmente, ho preferito “The Last Duel”: l’ho trovato ipnotico e vigoroso. Comunque certo è che “House of Gucci” rientra negli "imperdibili".

Il punto di forza di "House of Gucci", oltre al fascino innegabile del crime movie (Martin Scorsese è uno dei registi a cui si era pensato di affidare la direzione), sono gli attori: vanta un cast strabiliante. A cominciare da quell'Adam Driver, sempre più bravo, anno dopo anno. Un viso speciale, spigoloso, e una vulnerabilità che lo rende perfetto in ogni ruolo. E poi: Al Pacino, Jeremy Irons, Jared Leto, Salma Hayek. Ovviamente: Lady Gaga. 

La sceneggiatura è tratta dal libro della giornalista Sara Gay Forden "House of Gucci. Una storia vera di moda, avidità, crimine" (pubblicato da Garzanti).

Lady Gaga
Il film racconta l'impero della famiglia Gucci, scena dopo scena vediamo questa famiglia sgretolarsi, per una fame insaziabile: di scalare la cima più altaLady Gaga interpreta Patrizia. Una donna determinata, sicura di sé, abile nel commercio; doti che mette a frutto per portar quattrini nelle casse dell'azienda familiare (una ditta di trasporti)
Una sera Patrizia, ventenne, conosce a una festa un giovanotto, ricco brillante avvocato, che di lì a poco le infilerà la fede al dito (grazie a un sapiente corteggiamento di Patrizia che lo seguirà anche in biblioteca, fingendo un incontro casuale). Lui si chiama Maurizio ed è un Gucci

Maurizio, un ragazzo mite che si lascia guidare da una affilatissima Patrizia. Lei che, appena sente il cognome di Maurizio, è colta da ebbrezza dolce e soave. Lo invita a ballare. Maurizio è un po' impacciato (e lascia il party all'improvviso come Cenerentola). Ad ogni modo, sembra attratto da lei: 'somigli a Elizabeth Taylor,' le dice. 

Lady Gaga
Lady Gaga, popstar planetaria, si sta conquistando sempre più un posto nel cinema che conta, quello che raccoglie applausi alla notte degli Oscar ("A star is born" ha vinto l'ambita statuetta nella categoria miglior canzone, grazie al brano "Shallow")

Al suo debutto, Lady Gaga aveva dimostrato di saper stare davanti alla macchina da presa e qui lo conferma, trattandosi di una parte completamente diversa. Quanto al personaggio di Maurizio, interpretato da Adam DriverMaurizio sulle prime sembra fragile, dipendente dalla volontà della donna di cui è innamorato. Si occupa delle faccende domestiche (in una scena stira) e sembra non voler entrare nelle questioni della casa di moda. È Patrizia che lo sprona. Lei se ne sta al timone, lo consiglia, dà le carte (e se le fa fare anche da una sensitiva) e spazza via gli altri per portarlo in auge. 

Accade però che Maurizio, raggiunto l'apice, ottenuto il controllo della maison, togliendo potere allo zio (un fantastico Al Pacino) e al cugino (Jared Leto) poserà Patrizia in un angolo. Di colpo la troverà rozza, e poco istruita. La umilierà davanti agli amici. 

È significativo che la fine del loro amore accada tra montagne innevate: il ghiaccio si frappone tra i due e il matrimonio va in pezzi. Un gelo che scatena la sanguinosa vendetta di Patrizia. Del loro amore, dei lunghi baci nelle faraoniche vasche da bagno di New York, resteranno odio, rancore e i colpi di arma da fuoco. 

"House of Gucci" è un film confezionato in maniera impeccabile. La lunghezza è consistente (durata: due ore e mezza) ma il tutto scivola bene e vien voglia di vederne ancora (ci sono film, per esempio "Illusioni perdute", accattivanti, entusiasmanti per un tratto ma che non reggono la durata fiume). 

Infine, due parole sulla colonna sonora. Da segnalare il pezzo che accompagna i titoli di coda: Luciano Pavarotti con Tracy Chapman in una bella versione di "Baby can I hold you". Non mancano deliziosi brani italiani degli anni Sessanta come "La ragazza col maglione" di Pino Donaggio

©micolgraziano

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