"Quasi orfano" (2022) di Umberto Carteni - Remake di una commedia francese

 Riccardo Scamarcio


QUASI ORFANO 
romcom e satira 

Remake della commedia francese "Ti ripresento i tuoi" (di Dany Boon regista e sceneggiatore di "Giù al Nord"). Questa versione italiana firmata dal romano Umberto Carteni ha come protagonista Riccardo Scamarcio affiancato da Vittoria Puccini. Nel cast Nunzia Schiano ("Benvenuti al Sud"), Antonio Gerardi, Bebo Storti. In un piccolo ruolo troviamo il cantante Adriano Pappalardo che, nel gran finale, interpreta il cavallo di battaglia "Ricominciamo". "Quasi orfano" poteva essere un film esilarante, alla Checco Zalone, invece si ride poco. La sceneggiatura sembra girare a vuoto, in bilico tra commedia rosa e satira di costume. Gli attori, tutti bravi, s'impegnano al massimo per salvare il salvabile. 

Valentino (Riccardo Scamarcio), pugliese, figlio di contadini, sbarca a Milano, vista come metropoli di sogni, stranezze e avventure mirabolanti. La città della Madonnina accoglie Valentino con tanto di onori e il successo non tarda ad arrivare. Carriera folgorante (diventa un celebre designer) e affari d'oro, grazie a un matrimonio giusto e a un suocero imprenditore (il cattivo della storia). Così, l'ambizioso Valentino, bel bello, zac!, taglia i ponti con mammà, papà, fratellone, cognata e nipotina. Una scelta estrema dettata dalla vergogna: li considera troppo rozzi, oltremodo terra terra, un ostacolo all'ascesa. Già, Valentino (il Giuda della situazione) è ora un uomo nuovo. Costruito (è proprio il caso di dirlo, dato il lavoro che fa...) a tavolino. Nuova pelle, nuovo nome: da Valentino Tarocco a Vale Rocco.

Riccardo Scamarcio
Valentino Tarocco, diventato (come gli eroi dei fumetti) il super Vale Rocco, respinge inorridito l'educazione campagnola ricevuta da ragazzino e va raccontando in giro, a stampa e tv, d'esser quasi orfano. Le bugie però, si sa, hanno le gambe corte e la ridicola farsa crolla miseramente: un giorno, l'allegra combriccola Tarocco dalla Puglia sbarca a Milano, e piomba a un party del figliol perduto. Liti e schiamazzi e ripicche. Un incidente d'auto aggiunge altra maretta: nello schianto Vale Rocco perde la memoria e torna ad essere il ruspante Valentino del Sud, dialetto e concretezza. Il mito Vale Rocco (lo chiamano dottore e non è laureato) si sgonfia e del suo lavoro saltano fuori le magagne: quelle sedie a tre gambe, da lui disegnate, che a nulla servono se non a far cadere chi ci si siede, e quei divani tosti quanto la pietra. Vale Rocco, insomma, è fuffa e niente arrosto. Valentino, folgorato sulla via di Damasco, s'accorge d'aver toppato, fa mea culpa e medita di metter su una panzerotteria. La storia, ad ogni modo, procede in altra direzione (niente panzerotti), con dose abbandonante di zuccheroso amore romantico. Il lieto fine e la miracolosa pace in famiglia sono assicurati. 

©micolgraziano

Commenti