"Nessuno si salva da solo" (2015) di Sergio Castellitto - Matrimonio a pezzi

 

Riccardo Scamarcio

NESSUNO SI SALVA DA SOLO 
Viscerale melò

Dal romanzo omonimo di Margaret Mazzantini (Mondadori, 2011). Castellitto, in precedenza, aveva già diretto due film tratti dai romanzi della moglie Mazzantini: “Non ti muovere” (2004) e “Venuto al mondo” (2012). “Nessuno si salva da solo” è un film che tocca corde profonde. Sceneggiatura e regia non risparmiano scomode verità e certo non si resta indifferenti. Ottima l'alchimia tra Jasmine Trinca e Riccardo Scamarcio, che si sono aggiudicati una candidatura ai David. Insomma, un'opera elegantemente pop che resta a lungo nella memoria. 

“Due velleitari pieni di buchi emotivi”, così nel romanzo vien detto di Delia (Jasmine Trinca) e Gaetano (Riccardo Scamarcio), marito e moglie al capolinea. Trentenni, matrimonio a pezzi. Cos'è rimasto dell'antica incontenibile passione? Panni sporchi (anche Annie Ernaux lo racconta bene ne “La donna gelata”) e odori nauseabondi. Il desiderio evapora, s'assottiglia. Scalzato via da noia e rabbia furiosa. Delia e Gaetano, cane e gatto. Eppure a distanza si cercano: “Le bastava che Gae si allontanasse per tornare ad amarlo un po’”. La scrittura infuocata di Margaret Mazzantini (anche sceneggiatrice della pellicola) non fa sconti. È un pungolo che scava nelle ferite. Penetra nel terreno melmoso e tira fuori l'indicibile: insulti, cattiverie, pensieri a lungo rimossi. La regia sanguigna e provocatoria di Castellitto è fedele all'essenza del romanzo. Delia e Gaetano denudati, scomposti e ricomposti, passati al setaccio, perennemente in scena. Di loro ci vengono sbattuti in faccia pregi e bassezze. Entriamo, con disagio, nella loro estenuante, misera, quotidianità. 

Sergio Castellitto
Sergio Castellitto procede di scalpello. Delia e 
Gaetano innamoratissimi sprofondano, anno dopo anno, in un buco nero. Giovanissimi, all'inizio, si accettano e si amano per ciò che sono. Lui adora (li bacia con voluttà) persino i denti anneriti di lei. Per questo eccesso di realismo e le esplicite scene erotiche, alcuni critici hanno fatto riferimento allo stile di Kechiche. Castellitto, però, non si spinge tanto in là come il regista de "La vita di Adele". Ad ogni modo indugia sì sui corpi, sulle facce in estasi, e privilegia l'iper-realismo. Il pathos abbonda. Tra le scene più forti: Gaetano/Scamarcio che, invidioso del figlio neonato, succhia la mammella della moglie, mentre lei allatta il piccolo. 

Margaret Mazzantini
Questa coppia deflagrata si racconta, attraverso flashback, durante una cena in un ristorante borghese. I sogni infranti. Le illusioni giovanili svanite in una bolla di sapone (o nel troppo ammorbidente messo in lavatrice; se ne parla in una scena). Vittime della generazione "mille euro", "falliti" e "depressi". Vicini di tavolo, nel locale, una coppia di settantenni felice (lui è interpretato da Roberto Vecchioni) e contenta, marito e moglie che, così diversi da Gaetano e Delia, sono usciti vivi (feriti sì ma vivi) dalle battaglie quotidiane che si combattono in famiglia. "Nessuno si salva da solo", dice il "vecchio" a Gaetano e Delia. Aggiungendo: pregate per me. Delia e Gaetano non riescono a pregare. Gaetano soprattutto. Non crede a niente. Non crede che qualcuno possa tirarlo fuori dai travagli e dalla sfortuna. Eppure, terminata la cena estenuante, sofferta (e a suo modo catartica), Gaetano e Delia appaiono più miti, meno stanchi di stare al mondo. Lui si lancia in salti e piroette davanti alla finestra di Delia. Ci sarà, per queste due anime sgualcite, una seconda possibilità? Forse. L'amore, dopotutto, è imprevedibile. 

Se cercate altri film simili, vi consiglio "Blue Valentine", "Marriage Story", "Dopo l'amore", "La guerra dei Roses"

"Nessuno si salva da solo" è al momento disponibile su "Netflix".

©micolgraziano

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