LASCIARSI UN GIORNO A ROMA
Edoardo Leo interpreta Tommaso, professione scrittore. La spagnola Marta Nieto è Zoe, spietata capa di un'azienda di videogiochi. Convivono da tempo senza essere sposati. Lui la adora. Lei no, lo giudica inetto, poco virile e senza carattere. Tommaso cura la posta del cuore di una rivista. Risponde ai lettori usando lo pseudonimo Gabriel García Márquez. A Márquez un giorno si rivolgerà, udite udite, proprio l'algida Zoe. Gli confida che è sul punto di lasciare Tommaso. Doccia fredda per il povero ragazzo: mai si era accorto dell'insoddisfazione della compagna. Tommaso è un uomo fragile, romantico, idealista. Subisce le angherie di una partner prepotente ed egoista. Zoe incarna lo stereotipo della lady di ghiaccio, carriera e calcolo. Mentre lui è il tenerone desideroso di coccole.
Accanto alla trama principale, scorrono parallele le vicende di Elena (Claudia Gerini) e Umberto (Stefano Fresi) anch'essi in crisi. Elena, aggressiva, mangia pane e politica, fa il sindaco, ed è un mastino. Umberto vuole il divorzio. Non tollera di stare accanto a una che trascura la famiglia. Umberto di fare il mammo non vuole saperne. Queste signore raccontate da Edoardo Leo sono agguerrite, danno filo da torcere ai maschi. Somigliano un poco alle protagoniste di Antonio Pietrangeli. Però i personaggi di Pietrangeli lasciavano un segno perenne. Qui il cuore non batte allo stesso modo.
©micolgraziano
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