"Ghost", film cult


"Ghost", film

L'AMORE ETERNO CHE FECE SOGNARE IL MONDO

Negli States uscì in estate. Quell'anno, era il 1990, "Ghost" fu una bomba: incassò cifre da capogiro. Successo strepitoso, guadagni d'oro, cinque nomination agli Oscar e due statuette vinte: miglior attrice non protagonista a Whoopi Goldberg e miglior sceneggiatura a Bruce Joel Rubin che ebbe l'idea del film dopo aver visto l'Amleto di Shakespeare.

L'UOMO DEI SOGNI
Le ragazzine erano pazze di Patrick Swayze, fascino irresistibile, divo romantico dopo il clamore di "Dirty Dancing" (1987). Per questo ruolo del fantasma di Sam Wheat, in "Ghost", vennero presi in considerazione Kevin Bacon, Tom Cruise, Mel Gibson, Tom Hanks, Mickey Rourke, Kevin Kline, Alec Baldwin, Nicolas Cage, Harrison Ford, Johnny Deep e anche il marito di Demi Moore, Bruce Willis. Alla fine Rubin, lo sceneggiatore, scelse Patrick Swayze perché lo aveva visto piangere in un'intervista: Swayze scoppiò in lacrime mentre parlava del padre, e Rubin ne rimase molto colpito. 

film "Ghost"

LACRIME VERE
E a proposito di emozioni, sono passate alla storia le lacrime di Demi Moore, qualcuno lo definisce il pianto più iconico della storia del cinema. L'attrice lavorò con un coach per esternare il dolore, come racconta nel suo memoir "Inside Out" . Quanto all'aspetto di Molly: la ragazza doveva avere una lunga chioma bruna, ma la Moore, durante un viaggio a Parigi, quando ancora non aveva deciso se accettare o no la parte, pensò di cambiare look perché voleva un aspetto sofisticato e sbarazzino come quello di Isabella Rossellini. Così alla fine Molly restò con i capelli corti. E funzionò molto bene. 

CERAMICA E LOFT
Demi Moore imparò a usare il tornio, al centro di una scena clou del film, e modellò vasetti di ceramica durante le lezioni. Vasetti che ancora oggi conserva come ricordo. Quanto al loft dove vivono i due protagonisti, Sam e Molly, venne ricostruito negli studios a Los Angeles sulla base di uno che il regista Jerry Zucker ("L'aereo più pazzo del mondo") aveva visto a Manhattan, nel quartiere di Tribeca.

"GHOST", IL SEGRETO DI UN GRANDE SUCCESSO
La sceneggiatura di Bruce Joel Rubin è coraggiosa: sentimento, commedia, brivido. Sta proprio nella commistione di generi il fascino e la potenza del film. L'atmosfera sul set, ricorda la Moore, era molto rilassata. Regnava l'armonia. E sarà anche per questo che "Ghost" ancora oggi piace agli spettatori di tutto il mondo. 


©micolgraziano


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