"Se tu te ne sei scordato, egregio signore,
te lo ricordo io: sono tua moglie"
(dal romanzo "Lacci")
"LACCI": UN ROMANZO, DAL TEATRO AL CINEMA
Torno a parlarvi, cari lettori, dei film di Venezia77. Dopo "Non odiare", "Padrenostro", "Le sorelle Macaluso" e "Miss Marx", oggi è la volta di "Lacci", film che ha aperto la Mostra. Diretto da Daniele Luchetti ("Mio fratello è figlio unico", "Il portaborse"), è tratto dal romanzo omonimo di Domenico Starnone (pubblicato da Einaudi).
Un libro che ha avuto molto successo e che era già stato adattato per il palcoscenico; a recitare in teatro c'era Silvio Orlando, nella parte del protagonista. E Silvio Orlando lo ritroviamo ancora. Non è la prima volta che Orlando recita in un film tratto da testi di Starnone, aveva già lavorato ne "La scuola", sempre diretto da Luchetti.
Il racconto si snoda tra passato e presente. Siamo a Napoli. Vanda (Alba Rohrwacher e Laura Morante) e Aldo (Luigi Lo Cascio e Silvio Orlando) si separano negli anni '80. Lui ha un'amante e lei lo caccia di casa. Il film ripercorre, attraverso momenti salienti, circa quarant'anni di vita.
Vanda e Aldo a un certo punto tornano insieme e li vediamo invecchiati, intrappolati in un rapporto grigio, entrambi induriti da rimpianti e rancore.
La famiglia per loro sembra essere un dovere; una gabbia: scelta per convenzione o per placare sensi di colpa. Sono insoddisfatti e arrabbiati. E a proposito di rabbia, tra le scene più emozionanti c'è quella in cui Aldo/Silvio Orlando urla e si dispera ripetendo di essere sempre stato un uomo accomodante e di non aver mai conosciuto l'ira.
Una delle scene più belle del film.
SE UN GESTO CI RIPORTA ALLE RADICI
A cosa si riferiscono i lacci del titolo? Sono i lacci delle scarpe, che il piccolo protagonista Sandro associa al padre, il padre che per primo, forse involontariamente, gli ha insegnato a fare il nodo alle scarpe. Piccoli gesti che, come radici, rafforzano i legami e ci ricordano chi siamo.
©micolgraziano
Commenti
Posta un commento