Commedia romantica: "The Wilde Wedding"

 

Glenn Close

Glenn Close e John Malkovich tornano a recitare insieme, dopo il capolavoro “Le relazioni pericolose” (1988), in questa commedia rosa (uscita nel 2017) scacciapensieri (perfetta per il relax) che parla di matrimonio, più precisamente: di una festa di matrimonio. Una cerimonia in pompa magna che si svolge in una villa mozzafiato (giardino da favola, piscina, macchinoni; una splendida spiaggia non troppo lontano) vicino New York. Gli invitati? Amici e parenti (nipoti, figli, cugini; cugini che si innamorano) di una famiglia allargata dove ne succedono di cotte e di crude. “The Wilde Wedding” (letteralmente: il matrimonio selvaggio) lo consiglio a chi vuole liberare la mente, spazzar via nuvole grigie e rilassarsi qualche ora. Le recensioni dei critici non sono state positive ma il film si lascia guardare per la bravura dei due protagonisti a cui si aggiunge l’ottimo Patrick Stewart nei panni di un dongiovanni che, in teoria, dovrebbe mettere la testa a posto. È lui lo sposo promesso. A chi? Ad una sua coetanea e stella di Hollywood (interpretata da una luminosa Glenn Close che buca lo schermo grazie al suo carisma). La regia è dell'inglese Damian Harris che qui sembra ispirarsi a Nora Ephron, Nancy Meyers e Woody Allen. Ci viene raccontata una storia corale di una ricca famiglia come potrebbe fare appunto Allen. Mancano, però, in questo film di Harris, due cose: l'ironia tagliente e quel pizzico di dramma a dare profondità. Ad ogni modo, malgrado ciò, è un film che ha il merito di deliziare la vista (soprattutto nelle scene conviviali e nei dialoghi tra Close e Malkovich) e l'umore (perché contiene un messaggio per gli inguaribili romantici). PS. Si canta al pianoforte come accade in "A casa tutti bene" (altra riunione di famiglia) di Gabriele Muccino. PPS. "The Wilde Wedding" lo trovate su Netflix

©micolgraziano

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