"Siccità" (2022) di Paolo Virzì - Lucido ritratto di una società al collasso

 

Valerio Mastandrea


SICCITÀ
commedia semi-apocalittica

Presentato a "Venezia79", il film racconta una storia corale che, se da un lato, riprende la commedia amara tipica del cinema italiano, dall’altro guarda ad Hollywood. In particolare si rifà ad "America Oggi" di Robert Altman e ad un’opera più recente come il distopico “Don’t Look Up” di Adam McKay. Il cast di “Siccità” è ricco di ottimi attori. Ad ogni modo, spiccano le interpretazioni di Valerio Mastandrea, Silvio Orlando, Tommaso Ragno che, anche in ruoli secondari, dà sempre il massimo; infine uno straordinario Max Tortora. La sceneggiatura è firmata Virzì, Paolo Giordano (scrittore), Francesca Archibugi (regista) e Francesco Piccolo (scrittore).

In "Grand Canyon" Lawrence Kasdan metteva in scena una Los Angeles violenta, impoverita. Similmente accade in “Siccità” di Paolo Virzì che racconta una Roma sfaldata e feroce. Arida. Non piove da tempo e la gente (il ceto medio ridotto alla fame) si scanna per un goccio d’acqua. Il motto è antico e suona mors tua vita mea. La penuria idrica spazza via libertà e uguaglianza. La città assolata, il Tevere prosciugato (impressionanti le immagini  - ottenute in post produzione - che fanno della Capitale un deserto). Soffiano venti bollenti e granelli di sabbia colorano le auto. Code ai distributori per riempire taniche. Saracinesche giù. Bar a mezzo servizio (niente caffè). Supermercati vietano l'acquisto di un certo numero di bottiglie. Tutti contro tutti; ringhianti. I giovani scendono in piazza. I destini dei vari personaggi s'intrecciano in una commedia umana aspra e devastante. 

Silvio Orlando
Però: in questo scenario catastrofico i ricconi continuano (chi più chi meno) a vivere piuttosto bene. Eloquente la scena in cui una diva del cinema (interpretata da Monica Bellucci) addirittura si può permettere di riempire la  vasca idromassaggio, quando chi annaffia le piante sul balcone subisce linciaggi. Ci sono, poi, pezzi grossi, che continuano a disporre di risorse elefantiache per mandare avanti attività turistiche. Non c'è solo il clima a mettersi di traverso in questa metropoli avvizzita; la gente deve fare i conti con una crisi economica mostruosa: ex negozianti vivono per strada (il personaggio di Max Tortora), padri di famiglia dei quartieri popolari uccidono per il terrore del licenziamento. Un evaso vaga spaesato, un vero marziano, chiedendo in giro conosci questo, conosci quello (Silvio Orlando, impeccabile). Caldo, miseria, precarietà, follia. Cittadini oppressi dalla precarietà, padri e mariti divorziati come Loris (Valerio Mastandrea) un tempo autista di auto blu e ora driver a richiesta tramite app. Loris, preda della letargia. Si addormenta di colpo; anche al volante. Succede a tanti altri. Colpa, dicono gli esperti alla tv, scienziati (si pensi a "Dont' Look Up") felici di agguantare popolarità, in barba alla tragedia che si consuma sotto i loro occhi. Il sonno è collegato alle blatte, pieni ne sono gli appartamenti, e all'afa. 

Paolo Virzì
Menzione speciale merita il personaggio del carismatico Tommaso Ragno: si chiama Alfredo è un attore disoccupato che cerca di riciclarsi come influencer. Attaccato al computer, notte e dì, a chiacchierare in video; tutto per un like. Il popolo della rete lo esalta e lo scarica in un secondo, a dimostrazione di quanto sia volatile il consenso del web. Alfredo, frustratissimo, non ha un soldo, non gode della stima del figlio ribelle. Alfredo tira avanti col lavoro precario della moglie, un tempo titolare di una libreria, ora cassiera al supermercato. Un quadro, dunque, davvero nero. Eppure non tutto, alla fine, sembra perduto. L'epilogo fa ben sperare perché, per fortuna, il cielo trova le sue soluzioni. "Siccità" è certamente un film da vedere. 

©micolgraziano

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