IL RITORNO DI CASANOVA
Leo Bernardi (Toni Servillo) è un regista di fama. Ha una lunga carriera alle spalle; premiato, osannato. Però ora che sta invecchiando, si sente giù, privo di stimoli; è fiacco, svogliato, distratto. Invidioso dei colleghi di primo pelo, determinati e acclamati. Teme il sorpasso; come nel celebre 'Eva contro Eva' quando una stella del palcoscenico viene superata da una brillante esordiente arrivista. Sono le leggi spietate dello spettacolo. Bernardi non è solo a corto di idee ma ha pure il cuore a pezzi perché si è lasciato con una tale Silvia (Sara Serraiocco), molto più piccola di lui. Silvia è una contadina, sicura di sé e fuori dagli schemi. Lui ne è follemente innamorato.
La vita di Bernardi ci viene raccontata in bianco e nero, mentre le scene del film che Bernardi sta girando sono a colori. L'arte, variopinta, è viva e dinamica. Il reale, sbiadito, doloroso e sterile. Il film a cui Bernardi sta lavorando parla di Casanova (Fabrizio Bentivoglio). L'avventuriero veneziano è l'alter ego di Bernardi. Entrambi libertini sciupafemmine, e tutti e due attempati, canuti, scoraggiati. Consapevoli che le lancette non tornano indietro. In una bella scena, ironica, divertente, Casanova si strucca allo specchio, si guarda disgustato, fa le linguacce e si definisce un 'casa vecia'. Casanova, sgualcito, acciaccato, pensa di non poter più far l'amore con le dolci pulzelle che una volta gli ronzavano intorno. La storia di Casanova e quella di Bernardi scorrono parallele e si intersecano. Bernardi, come Casanova, perde la testa per una donna nel fiore degli anni. Casanova per lei impugnerà la spada contro il rivale. Anche Silvia è un chiodo fisso per Bernardi. Una passione incontenibile, un'onda che lo catapulta fuori di casa, seminudo, stravolto e arruffato, pronto per essere gettato in pasto ai famelici paparazzi.
©micolgraziano
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