Cari lettori, torno a parlarvi dei film di Venezia77. Dopo "Le sorelle Macaluso", "Padrenostro", "Lasciami andare", "Non odiare", "Lacci", "Miss Marx", oggi voglio consigliarvi l'opera prima di Pietro Castellitto: "I predatori". Un esordio sorprendente. Presentato nella sezione Orizzonti di Venezia, ha ricevuto il premio per la miglior sceneggiatura.
"I predatori" richiama alla memoria certe atmosfere di cinema d'autore italiano e internazionale. Mi vengono in mente, per esempio, il primo Nanni Moretti, Luciano De Crescenzo o il Woody Allen delle origini. E proprio il regista americano è tra gli idoli di Castellitto junior, grande fan inoltre di Roger Federer, Martin Scorsese, Lars von Trier, Nietzsche, Francis Scott Fitzgerald.
Di cosa parla "I predatori"? È un racconto corale, complesso. La radice quadrata è racchiusa nel titolo. I predatori sono coloro che raggiungono la felicità anche a costo di toglierla agli altri. La storia si svolge a Roma, a Ostia. Al centro due famiglie, una operaia l'altra ricca e snob, diverse eppure simili nelle frustrazioni e nella disperazione. E a far da collante un personaggio: il giovane filosofo Federico (interpretato da Castellitto), studioso di Nietzsche, deluso dal mondo accademico, un ragazzo ingenuo, arrabbiato, incompreso, solitario, pericoloso, surreale e irresistibile nel suo essere naïf.
Il film è ricco di situazioni esilaranti. Divertenti perché paradossali; comiche nella loro drammaticità. Veniamo travolti da dialoghi inaspettati come quando una giovane operaia confessa un desiderio: vorrebbe comprarsi l'Altare della Patria (un po' come Totò che vendeva Fontana di Trevi). Ci sono inoltre una serie di personaggi da manuale: una cinica regista (interpretata da una perfetta Manuela Mandracchia) radical chic tutta presa dal proprio ego; un professore di filosofia, burocrate e pigro, che in pausa pranzo s'abbuffa di pasta alla norma e vitello tonnato. Nel cast troviamo soprattutto attori di formazione teatrale, come Manuela Mandracchia e Massimo Popolizio. E poi Giorgio Montanini che vanta una lunga esperienza nella stand-up comedy. E la scelta degli attori ricorda il modo di procedere di Woody Allen: anche lui ha spesso ingaggiato con successo attori di teatro e nomi noti della stand-up comedy.
©micolgraziano
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